La narrazione parte dalle esigenze di una madre di rispondere ai dubbi di suo figlio, sul mistero della vita, che ci fanno considerare, attraverso i suoi occhi, personaggi che nel corso della storia hanno avuto lo stesso dilemma: la ricerca del divino al di fuori di ogni risposta dogmatica.
Durante il percorso si evidenziano le esperienze di filosofi, monaci, profeti, mistici, lo stesso Gesù,fino ad arrivare a quelli che si sono più avvicinati ad una risposta certa: i Catari.
Per agevolare la narrazione e svilupparla in senso visuale abbiamo considerato il vento (Anemos) come metafora di questa ricerca, come il Divino si sente ma non si vede.
La vicenda esemplare di un affermato violinista che improvvisamente si trova letteralmente in mezzo a una strada: licenziato in tronco dall’orchestra del teatro, cacciato dalla moglie e dalla figlia di casa e abbandonato perfino dalla sorella, non gli rimane altro che aggrapparsi alla musica per cercare di risollevarsi. L’incontro, casuale o causale, con un’ex allieva lo porterà a ricominciare proprio dal marciapiede una nuova esistenza, in un “duetto” nel quale la musica, al di là delle parole, può divenire il solo linguaggio per trasmettere ragione e sentimento: unica via per evitare gli inganni del parlarsi, ormai divenuto scambio “tossico” nel circolo vizioso e meramente mercantile della cosiddetta comunicazione.
Un esperimento che in un’appassionante girandola di eventi fino all’inaspettato finale, sfiora l’utopia impossibile, e quindi realizzabile.
Analogamente a quello tentato dall’autore, che qui prosegue il discorso iniziato con La sconosciuta, anche stavolta partendo dalla scrittura letteraria per poi tradurla in immagine filmica, in un continuum multimediale originale e senza precedenti.