Il quinto volto non è solo la storia del grande artista Masaccio e della sua pittura, ma è la storia di un uomo che applicando la matematica alle sue opere ha dato via al più grande movimento culturale mai esistito: Il Rinascimento, che si è esteso anche alle altre scienze rendendo libero l’uomo dalla trascendenza.
E’ la lotta del vecchio che non riconosce il nuovo e le difficoltà a far capire ai committenti dell’epoca il nuovo linguaggio. Lo stesso Brunelleschi, architetto, e Donatello, scultore, avendo intuito il cambiamento cercavano qualcuno che potesse realizzarlo nella pittura, e lo trovano in Masaccio, che ha reso la pittura non semplice rappresentazione ma interpretazione, dimenticando di cercare attenzione e stupire con ori e smalti invece che con il contenuto.
La vicenda esemplare di un affermato violinista che improvvisamente si trova letteralmente in mezzo a una strada: licenziato in tronco dall’orchestra del teatro, cacciato dalla moglie e dalla figlia di casa e abbandonato perfino dalla sorella, non gli rimane altro che aggrapparsi alla musica per cercare di risollevarsi. L’incontro, casuale o causale, con un’ex allieva lo porterà a ricominciare proprio dal marciapiede una nuova esistenza, in un “duetto” nel quale la musica, al di là delle parole, può divenire il solo linguaggio per trasmettere ragione e sentimento: unica via per evitare gli inganni del parlarsi, ormai divenuto scambio “tossico” nel circolo vizioso e meramente mercantile della cosiddetta comunicazione.
Un esperimento che in un’appassionante girandola di eventi fino all’inaspettato finale, sfiora l’utopia impossibile, e quindi realizzabile.
Analogamente a quello tentato dall’autore, che qui prosegue il discorso iniziato con La sconosciuta, anche stavolta partendo dalla scrittura letteraria per poi tradurla in immagine filmica, in un continuum multimediale originale e senza precedenti.
Un professore assegna ai propri studenti un compito del tutto inaspettato: che cosa sono per voi le emozioni? Da questa novità prende il via un confronto e uno scambio di opinioni che coinvolge ragazze e ragazzi della classe intera. Parallelamente, quegli stessi studenti si sfidano in una partita di pallavolo che dovrà stabilire chi sia il più forte: i maschi o le femmine? Anche qui le strategie si confrontano e le diverse maniere in cui i ragazzi e le ragazze interpretano la partita porteranno verso un finale a sorpresa che chiude il racconto. Ancora una volta Guarducci si interroga sui più delicati meccanismi dell’interiorità e ci invita a considerare la vita quotidiana e la realtà di tutti i giorni con un occhio diverso. «Quando le sensazioni sono condivise, quando ne parliamo, quando le scambiamo nel dialogo, solo allora siamo veramente ‘noi’ e le sensazioni diventano emozioni. Così almeno le gioie aumentano e i dolori, almeno, si dividono, mentre ci sosteniamo a vicenda nel dialogo continuo. Quelle emozioni diventano sentimenti, la cosa più importante che ci lega l’uno all’altro».